“C’è un mondo bello là fuori tutto da scoprire” – Intervista all’autore Nicola Brunialti

Finché ci sarà qualcuno che chiama i libri per ragazzi “libretti”, la letteratura per ragazzi sarà una letteratura di serie B.
(Nicola Brunialti)

Nicola BrunialtiDue anni e mezzo fa ho conosciuto Nicola Brunialti in libreria, ma non è stato un incontro dal vivo: sbirciavo fra i libri per ragazzi e, sul ripiano dedicato ai romanzi fantastici e d’avventura, il mio sguardo si è fermato su un libro intitolato Il fantastico viaggio di Willy Morgan (Lapis, p.352) autore Nicola Brunialti. Un libro dedicato alle fantasie dei bambini per i quali difendere un amico è la cosa più importante che ci sia, anche quando si tratta di un amico… immaginario e bisogna tentarle tutte, perfino accettare l’aiuto di un T-rex fifone, uno scimpanzé con il vizio del fumo, un orso peluche, un wrestler e, immancabile nelle storie dei bambini, una principessa.

Romano, classe 1972, Nicola Brunialti è stato per molti anni un pubblicitario, lavorando per importanti agenzie d’ Italia e scrivendo spot per Crodino, Q8, Telecom, Chinò, Sanbittèr, RAI e tante altre. Per dodici anni è stato anche autore delle avventure del Paradiso Lavazza, prima con la coppia Bonolis/Laurenti e poi con Enrico Brignano. Ha lavorato anche per la televisione, in particolare come autore per la trasmissione Chi ha incastrato Peter Pan (edizione 2009), dimostrando così la sua crescente passione per il mondo dei bambini.
Dal 2010 fa lo scrittore e da allora non ha mai più smesso.

Nicola, prima di dedicarti alla scrittura per ragazzi, lavoravi per la pubblicità e la televisione. Sono lavori completamente diversi fra di loro.
In realtà non sono poi così diversi come sembra. Credo che per la pubblicità, così come per la scrittura, sia imprescindibile partire da un’idea  su cui costruire una storia. E gli spot, per come li vedo io, non sono altro che piccole storie. La difficoltà sta proprio nel riassumere in pochi secondi un racconto che abbia un inizio, uno svolgimento e una fine. In fondo è quello che succede anche in un libro. Ma là, per fortuna, non ho l’incubo di stare nei 30 secondi!

Willy MorganC’è un personaggio dei tuoi romanzi in cui ti identifichi?
C’è un po’ di me in ognuno di loro. Anche se credo che Willy Morgan sia il personaggio che mi assomiglia di più.
Proprio come lui anche io passavo il tempo a disegnare, su qualunque cosa mi capitasse a tiro. Proprio come lui avevo sempre la testa “fra le nuvole” e mi consideravo un immaginatore. Proprio come lui, il mio mito era Vincent Van Gogh, un personaggio che amavo più dei calciatori o delle rockstar! E proprio come lui ho fatto di tutto per realizzare il mio sogno: diventare scrittore.

Pennino Finnegan, protagonista di Pennino Finnegan e la fabbrica di baci (Lapis, 2010), vive a Semprefreddo, un paese in cui i baci e le carezze si comprano. Da dove è nata questa idea?
Non avendo figli, guardavo spesso quelli degli amici. E ripensavo anche a me, quando ero bambino. Mi sono spesso fatto domande sul tema dell’amore. E mi sono domandato perché ad un certo punto i bambini perdessero quella voglia spontanea di dare e ricevere amore. Arriva un momento in cui i baci e tutti gli altri gesti dell’affetto diventano qualcosa di cui vergognarsi. E questo, probabilmente, ha effetto anche sull’affettività della loro adolescenza e della successiva età adulta. Sicuramente il cambio più grosso avviene proprio nell’adolescenza. Quando crescere vuol dire anche abbandonare certi comportamenti, quando la rivolta all’autorità lo impone. Forse con questa storia volevo preparare i bambini a quel momento. Dirgli che non dovranno mai vergognarsi di chiedere e dare affetto o amore. Anche quando sul  loro mento crescerà la barba. O quando sarà ora di mettere un reggiseno.
Per quanto riguarda invece l’idea del mondo in cui tutto si compra… Non ho dovuto guadare molto lontano dalla nostra realtà. Purtroppo, si potrebbe definirlo quasi “realismo”.

Il mummificatoreSophie, protagonista de Il Mummificatore (Newton Compton 2011), è un’introversa tredicenne amante della musica gothic. Com’è nato questo personaggio?
Beh, da bambino erano proprio le ragazzine “strane” quelle che mi affascinavano di più, quelle un po’ fuori dalle regole. E sono quelle che ancora mi fanno sorridere quando le vedo per strada: quelle che non vogliono somigliare a nessun altra, che fanno scelte coraggiose, che si distinguono… Finendo spesso per somigliare a quelle come loro!
Per quanto riguarda la storia, invece, una notte prima di addormentarmi, mi è venuta l’idea in mente: una seduta spiritica al contrario! Ci sono moltissimi libri che parlano di sedute spiritiche, di presenze e spettri che passano dal mondo dei morti a quello dei vivi. Nessuno però aveva ancora parlato di una seduta spiritica al contrario, una seduta “vivitica”, come l’ho chiamata io: fantasmi che evocano un vivo nel loro mondo.
Mi è sembrato un ottimo spunto per costruirci sopra una storia. Ribaltare le consuetudini: questo è quello che mi piace di più. Così come mi piace immaginare che ci sia qualcosa dopo la morte…

Se tu fossi un bambino, quale dei tuoi personaggi vorresti essere?
In realtà io sono un bambino di 41 anni! E vorrei essere ognuno di loro. Perché in ognuno c’è un pezzetto di me. Anche se forse sceglierei Willy Morgan, per la possibilità di abitare in un paese pazzo come quello degli amici immaginari.

Gian Burrasca, Pippi Calzelunghe, Pinocchio, Peter Pan: hanno tutti un messaggio da dare ai bambini. Tu che messaggio vuoi dare ai tuoi piccoli lettori?
Prima di tutto l’ottimismo! C’è un mondo bello là fuori tutto da scoprire. Un mondo diverso da quello che raccontano i telegiornali.
E poi, vorrei convincerli a guardare le cose con un occhio diverso, a guardarle da angolazioni nuove, a non accontentarsi di quello che ci raccontano. Cercare di avere sempre uno sguardo personale su quello che ci circonda.
E, per ultimo, la certezza che impegnandosi nelle cose si riescono a realizzare i sogni più incredibili! Io ne sono un esempio: ho sempre voluto fare lo scrittore. Ed eccomi qua, a parlare dei miei libri.

Qual è secondo te il vantaggio migliore dell’essere un bambino?
I bambini hanno ancora il desiderio di ascoltare. C’è ancora spazio dentro di loro per imparare qualcosa. Sono ancora curiosi. Cosa che molti adulti ormai hanno smesso di essere. I bambini hanno voglia di ascoltare senza pregiudizi, senza preconcetti. Si fidano di te. E poi sono ottimisti: si aspettano ancora un mondo in cui ci sia sempre un lieto fine.

Oggi i bambini vengono seguiti dai genitori molto più attentamente che una volta. Organizzano tutta la settimana con orari, attività, impegni che spaziano dalla piscina, alla musica, al calcio, alla danza. È rimasto del tempo per giocare o per… la lettura?
Molto poco. E quando non sono impegnati nelle mille attività a cui sono “costretti”, la loro mente è occupata dai videogiochi che ormai sono ovunque: consolle, telefonini, computer…
Il problema vero è che i bambini non sono più capaci di annoiarsi. Invece la noia è fondamentale: la noia è un vuoto da riempire! Un vuoto che richiede uno sforzo di immaginazione! Una palestra eccezionale per il cervello. Che invece, oggigiorno, riceve dall’esterno informazioni già confezionate. Oggi non c’è bisogno di inventare nessuna storia, sono già tutte inventate. I libri stessi, ti costringono ad immaginare il tuo film. Cosa che non avviene né al cinema né con i videogiochi. È questo il miracolo della lettura!

Pennino FinneganCi sono, secondo te, abbastanza “spazi” per i bambini, al di fuori della scuola e della famiglia?
Pochissimi. I bambini valgono solo come “target”, come consumatori. Se sono fonte di guadagno allora si pensa a loro. Altrimenti, perché perdere tempo? Certo, resistono ancora gli oratori, le biblioteche di quartiere e altri piccoli spazi “sociali”. Ma sono pochissimi. Ci vorrebbero spazi pubblici ed eventi a loro dedicati, senza vederli sempre ed unicamente come fonte di guadagno.

Pennino Finnegan e la fabbrica di baci (Edizioni Lapis) è stato vincitore del “Premio Critici in erba 2010” e del premio “A tutto libro 2010”, in entrambi i casi sei stato premiato da una giuria di bambini. Raccontaci di questa assegnazione.
Sono due premi a cui tengo moltissimo, visto che vengono assegnati entrambi da una giuria di soli bambini. Che sono gli unici giudici a cui tengo veramente.

La maledizione del lupo marrano (Lapis, 2008) è un libro sul La malediazione del lupo marranobullismo. Cosa consigli agli adulti che si trovano di fronte a una situazione di questo tipo?
La Maledizione del Lupo Marrano è un modo per affrontare il tema del “bullismo” con i più piccoli. Un modo “divertente” per parlare loro di un argomento sempre più presente nella nostra società. Quello che volevo raccontare ai ragazzini è che non ci sono “bambini cattivi”, ma solo bambini che manifestano il loro disagio con modi volenti. L’importante è capire che questi bambini non vanno demonizzati, ma al contrario hanno bisogno di essere ascoltati e capiti e che il primo passo da fare è cercare di volergli bene, cercare di farli sentire meno soli! Farli sentire accettati anche fuori dal branco di “lupi marrani” dentro cui di solito si rifugiano.

Stai lavorando a un nuovo libro? Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Ci sono tre libri per ragazzi in uscita da qui al nuovo anno. E ho un progetto che riguarda il cinema che sto portando a termine.
Ma, soprattutto, sto cominciando a lavorare al mio nuovo romanzo per adulti.
Come vedi, sono molte le storie a cui voglio dar vita.
Ce ne sono così tante che aspettano solo di essere raccontate!

Bene, e noi abbiamo le orecchie aperte per ascoltarle tutte! In bocca al lupo per i tuoi progetti. Ti ringraziamo per l’enorme disponibilità e per il tempo che ci hai dedicato, aspettiamo i tuoi libri e, nel frattempo, speriamo di aver dato anche questa volta il nostro contributo alla lettura.

– Roberta Russo –

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