Sul divano con Shirin.

L’estate arriva e ogni anno sempre meno me ne accorgo. Un po’ come il Natale.

È  luglio, il mese estivo per eccellenza, e mentre tutti corrono a fare shopping e combattono il caldo con un tuffo in mare, io ho un solo obiettivo: il divano.

Non sono avvezza alla posizione relax “divano-drink-telecomando” ma oggi era tutto quello che desideravo, e cosí, senza nemmeno preparare il drink, in preda ad un’ ondata di pigrizia,  mi accomodo col telecomando in mano. Sfoglio le proposte di Netflix e resto incuriosita da un’ immagine frame tra le nuove proposte. Donne coperte dal chador nero che si dirigono verso un porticato stagliando un’ombra netta sul pavimento. Donne senza uomini il titolo, mi dice qualcosa ma non riesco a ricordare. Curiosa premo play.

locandina

Il film mi piace subito, i suoni, le inquadrature, il rallenty in alcuni pezzi, mi fanno capire che sará un film curato, seducente per i miei occhi.

Quattro vite di donne si incrociano tra gli ambienti interni di una Teheran di cui so troppo poco, e delineano con poche parole ma con sguardi carichi di consapevolezza la difficile vita della donna in Iran negli anni ’50. Un intreccio interessante tra il tentativo della massa dei ribelli di ostacolare il potere militare e nel contempo rendere libero il proprio paese dagli interessi petroliferi degli inglesi, per raggiungere una autonomia economica, e il tentativo di queste 4 donne di rendere liberi i propri pensieri, il proprio corpo, i propri sentimenti. Un parallelismo di situazioni che induce a pensare a quanto dovremmo essere più  aperti e capire che la libertà è  una questione personale e pubblica insieme, che tutti hanno diritto di goderne. 

A metà del film vedo un’ immagine delicatissima e forte come un pugno allo stomaco, una citazione del quadro del pittore Johnson Everest Millais, Ophelia, a sua volta una citazione di Shakespeare. Chissà chi è il regista. Il film finisce con l’immagine iniziale, quella col rallenty, le musiche sono dolci e penetranti.

Finisce il film e  ricerco su internet notizie del regista, voglio sapere chi è.

Shirin Neshat. Rivelazione. Non sapevo che l’artista avesse diretto un film.

Ecco perché tanta cura delle immagini, tanta eloquenza nelle costruzioni dei frame, quanta forza negli occhi delle attrici protagoniste.

Shirin Neshat si era già occupata della condizione femminile in Iran, attraverso le sue celebri opere fotografiche e video.

Le musiche del film sono di Ryuichi Sakamoto. Nel 2009 il film ha vinto il leone d’argento per la regia, alla Biennale di Venezia.

Molte le suggestioni arrivate da questo film, gli spunti di ricerca. Insomma una domenica niente male. Che scoperta la domenica sul divano!

Marianna Cozzuto

 

 

 

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